Sacmi sceglie il digitale, e lo innova

Sacmi sceglie il digitale, e lo innova

Decorazione ceramica: un’arte, un’industria, e anche – soprattutto negli ultimi cinque anni – una tecnologia. Anzi due. La prima, di trentennale memoria, che consiste nella decorazione per contatto. La seconda, rampante, dalle potenzialità ancora in gran parte inesplorate, la decorazione digitale, a getto d’inchiostro. Altissima risoluzione, flessibilità. La possibilità, insomma, di realizzare prodotti altrimenti irrealizzabili, fino al risultato – ideale, ma fino a un certo punto – della “piastrella personalizzata”, a costi tutto sommato accessibili.
Una rivoluzione, insomma, colta al volo sia dai colorifici che dai principali produttori di macchine per la ceramica, che hanno lanciato sul mercato, fin dal 2005, diverse macchine (e relativi inchiostri). Una rivoluzione non priva di incognite e problemi, e non è un caso se un leader del settore come Sacmi ha atteso qualche tempo prima di sposare la tecnologia digitale.
La novità – che verrà presentata ufficialmente al Tecnargilla 2008 – si chiama DWD065 e presenta notevoli vantaggi. Anzitutto, la macchina utilizza inchiostri ceramici molto simili a quelli tradizionalmente sfruttati nella decorazione ceramica “tradizionale”. Perché? Molti pionieri del digitale faticano ad ammetterlo, ma con il digitale – naturalmente fino a ieri – non si può fare proprio tutto: un conto è stampare su carta, un conto è provarci con una piastrella e, poiché la maggior parte delle macchine digitali attualmente sul mercato lavora in quadricromia, questo preclude una gran parte della gamma cromatica, per così dire, tipica della decorazione standard. I rossi, per esempio, ma anche bianchi a spessori e i lustri metallici (in questo caso, a causa dell’impossibilità di riversare sulla piastrella grandi quantità di materiale). Invece, con la nuova macchina Sacmi si può applicare qualsiasi tipo di inchiostro a base di pigmenti ceramici, senza limitazioni circa la natura e il colore del pigmento: tutto questo grazie alle unità di stampa basate sulla tecnologia brevettata Flatjet, che fa riferimento al “cuore” del sistema, un micro-ugello di dimensioni maggiori rispetto all’“inkjet”, fino a ieri sinonimo di decorazione digitale per mancanza di alternative. Montati in schiera – grande quanto la piastrella che si vuole stampare – questi ugelli lavorano in modo indipendente, gestiti da un software all’avanguardia.
Il fatto di avere rispettato gli standard fisico-chimici della colorazione tradizionale, adattando ad essi la nuova macchina, consente ai ceramisti che scelgono la DWD065 uno sviluppo colore superiore, quindi colori più intensi e, in linea generale, costi più contenuti. L’addio, insomma, alla quadricromia obbligata. In linea di principio, infatti, tutto è possibile, anche nel digitale, ma la riformulazione da zero di un inchiostro in funzione delle esigenze di resa grafica avrebbe, nel “digitale tradizionale”, costi esorbitanti.  .... continua.....

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